La rubrica economica di Jump St.man   C’E’ ANCORA TRIPPA PER GATTI? QUALCHE SPUNTO DI RIFLESSIONE Settembre 10th, 2007 1. Dato l’insieme A [capitalizzazione A], poniamolo = 1000. 1000 costituisce la somma del denaro presente sul mercato in un determinato punto temporale. Tale somma comprende posizioni “reali” [costituite da denaro stornato dalle rendite] e “speculative” [denaro preso a prestito dalle rendite e concesso all’operatore dall’intermediario finanziario]. Nel momento il tasso di rischio viene modificato dall’intermediario, il mercato reagisce interrompendo il flusso di denaro destinato ad espandere A. A questo punto le vendite invertono il flusso, restituendo all’intermediario parte delle posizioni speculative aperte. Si ricostituiscono in tal modo le riserve sulle rendite.   2. In borsa, il problema è sempre quello relativo all’ultima fase, da cui il sistema può ripartire o indietreggiare. È necessario capire quanta rendita rimane ancora a disposizione per fluire su A e quante posizioni speculative non sono più in grado di rientrare per ricostituire un livello equilibrato di rendita. È inoltre necessario comprendere bene i meccanismi di formazione della rendita. La rendita è il prodotto dell’intersecarsi di domanda e offerta. La rendita globale aumenta in relazione all’aumento della domanda e regredisce in relazione alla sua diminuzione [in relazione, cioè, all’aumento dell’offerta]. La domanda è stata fin qui sostenuta da una politica espansiva dei tassi, ora siamo di fronte ad un mutamento di scenario. Chi non ha compreso tale mutamento in tutta la sua portata rischia di venire a trovarsi in una posizione scomoda [scomoda perché falsa].   3. Noi adesso stiamo entrando in una fase di debolezza della domanda compensata da un aumento dei prezzi. La curva inflativa è da questo momento che è destinata a mettersi in moto. Le banche centrali stanno immettendo liquidità per compensare la decrescita di A e favorire il rientro delle posizioni speculative prima che vengano intaccati gli equilibri della rendita. In parte, la manovra pare aver sortito qualche frutto [i mercati hanno conquistato qualche punto]. Il problema, però, rimane lo scenario nel suo complesso e tale scenario ci dice alcune cose da cui è bene non prescindere:   le difficoltà degli USA sono reali e solo l’intervento delle banche europee ha potuto fin qui evitare il peggio; la direzione dei flussi ha invertito il suo corso: da un flusso espansivo [dalla rendita verso A] siamo passati ad un flusso regressivo [da A verso la rendita]; il ricostituirsi della rendita risulterà indebolito dalla fase recessiva nella quale il sistema sta entrando; l’indebolirsi della rendita sarà compensato da un aumento dei prezzi che genererà inflazione; l’inflazione genererà un ulteriore indebolimento della domanda. A questo punto, lo scenario più probabile sarà quello di una contrazione degli utili, amplificato da una generale ripresa delle conflittualità salariali. In secondo luogo, stiamo inoltre assistendo a un lento, progressivo recupero dell’oro soprattutto nei confronti dell’€. In terzo luogo, le politiche energetiche intraprese vanno nella direzione di un aumento generalizzato dei costi, destinato anche in questo caso a ripercuotersi negativamente sulla curva inflativa.   4. I tassi di rischio [quelli praticati dall’intermediario alla speculazione internazionale] sono destinati ad aumentare, per cui operare espansivamente sui mercati diventerà sempre più costoso. Ogni fase positiva andrà quindi letta in funzione del livello di distribuzione da cui in questo momento il mercato non può non prescindere. A furia di distribuzione è ovvio che i livelli d’entrata potranno farsi più incisivi [ricostituirsi di riserve da cui far recedere la progressione del livello di rischio]. Attualmente siamo ancora in fase di rientro [speculazione in fuga dai mercati] con scenario inflativo destinato ad aggredire negativamente lo sviluppo della domanda globale. L’inversione è già nel movimento degli indici e per qualche tempo sarà bene non farsi prendere da facili entusiasmi. Tutta l’isteria è dalla parte dei [falsi] compratori, mentre il movimento reale è quello che porta alla contrazione di A. In borsa, non bisogna lasciarsi abbagliare dai bluff: la sola cosa che conta sono le conseguenze operative che dobbiamo trarre dal movimento primario. Movimento che per il momento ha una sola direzione: ribasso.   5. Precisiamo. A [detentori di rendite] e B [fruitori di rendite sotto forma di prestiti speculativi] non rappresentano insiemi numerici differenti. B è contenuto in A [è dall’insieme A che l’insieme B trae liquidità per le proprie operazioni speculative]. Ora il problema lo abbiamo quando i flussi da B a A [flussi speculativi che dai mercati tornano a A] si inceppano [o anche quando i flussi in uscita da A diventano così massicci da rappresentare un pericolo per l’equilibrio del sistema]. In entrambi i casi, la manovra sui tassi serve a rallentare il flusso speculativo e ad accelerare la ricomposizione di A. A, in parole povere, rappresenta la cassa globale; B l’insieme dei prelievi speculativi operati su detta cassa. La speculazione, si dice, crea ricchezza: è vero, nel senso che tende ad aumentare la capitalizzazione globale. Spinti dall’azione degli speculatori, i detentori di A accettano quote progressive sui mercati, trasferendo parti delle loro rendite da A ai mercati finanziari. E’ a questo punto che la speculazione tende ad arretrare, dal momento che la cassa globale tende a svuotarsi e la bolla a gonfiarsi. La speculazione non ha più letteralmente di che sfamarsi [non c’è trippa per gatti, dicono i broker] e il flusso di sostegno ai mercati tende a collassare.   6. Il problema, come si nota, è sempre il costo del denaro [che equivale al costo della speculazione]. E’ vero che la speculazione può anche trarre guadagni dal ribasso, ma il volume di titoli che transitano al ribasso è enormemente inferiore al volume di quelli che transitano al rialzo. I grandi volumi di picco sono sempre il frutto di una grande distribuzione ed è da questa grande distribuzione che il mercato tende ad arretrare. Serve a poco immettere liquidità, dal momento che le quote sono già vuote di benzina e la speculazione non ha più energia da utilizzare. In un certo senso, il sistema si blocca perchè troppe rendite cercano la strada dei mercati e la cassa globale tende a svuotarsi di propellente atto alla crescita speculativa.   7. Il movimento più curioso, in un certo senso inquietante, è quello del Gold. Questo, parallelo a quello inflativo, è il vero spettro che si aggira tra i mercati. Segnale inquietante perchè per la prima volta denota una sorta di scollamento tra movimento speculativo e movimento anti-speculativo. Considero quello del Gold un movimento anti-speculativo, nel senso che i grandi possessori di rendita sembrano nell’attuale fase più propensi a difendere il proprio capitale piuttosto che a concederlo ancora al rischio speculativo. Siamo ancora ai primi passi, ma qualcosa d’insolito si sta profilando. Se poi consideriamo che l’azione delle banche centrali non ha fatto altro che stornare liquidità dai bond al mercato [utilizzando cassa in maniera piuttosto disinvolta], abbiamo un secondo elemento di riflessione. Non è che la situazione sia in realtà molto più drammatica di quanto si pensi e i grandi rentier comincino a prenderne atto? L’effetto domino scatenato dai prestiti insoluti potrebbe infatti generare una crisi di liquidità preoccupante, destinata ad accelerare le spinte inflative finora controllate da una politica monetaria particolarmente aggressiva.   8. La politica monetaria ha finora tentato di difendere l’equilibrio della cassa a danno della speculazione più selvaggia, ma nel fare questo ha anche portato alla rovina gli speculatori più piccoli e indifesi [che sono in primis i fruitori dei sub-prime]. La situazione potrebbe anche essere del tutto fuori controllo [banche sempre più grosse sono finite dentro alla spirale dei prestiti facili] e la rendita comincia a fiutare puzzo di bruciato. Se il movimento del Gold finisse per trascinarsi dietro una scia speculativa di ampie proporzioni, entreremmo ancora in una fase espansiva [per chiarirci quella che ha trascinato i mercati dal 2002 a oggi], ma se il movimento continuasse ad essere anti-speculativo [sottrazione di liquidità al sistema in modo da amplificare il rapporto bullion/carta] ci troveremmo all’inizio di un default colossale. Questo per i grandi detentori di rendita potrebbe anche essere un affare colossale [con un’oncia comprerebbero montagne di carta] ma per il mondo intero sarebbe la fine.   9. Considerato che è questo precisamente il rischio che la politica monetaria [ogni politica monetaria] si trova quotidianamente davanti, resta da vedere l’abilità degli uomini che questa stessa politica dirigono. Dobbiamo assolutamente ricostituire forti volumi di cassa in grado di generare virtuosi rapporti con la capitalizzazione globale del sistema. Attualmente il sistema sta arretrando velocemente a livello di cassa continuando però a sostenere livelli di capitalizzazione eccessivi. Bisogna fare scendere assolutamente i listini per riprendere un serio movimento espansivo. Più facciamo finta che la cassa sia piena più finiremo con il precipitare. Sono assolutamente convinto che la speculazione sia in questo momento con l’acqua alla gola e che debba anche rientrare con quello che resta per ridare credito al sistema nel suo complesso. Il problema è che i problemi dei pazzi sono diventati anche i problemi dei savi ed è probabilmente solo attraverso un comune sacrificio che potremo rimettere in piedi una situazione estremamente pericolante.         Jump st.man