Fibonacci Teoria di Elliott

La Teoria di Elliott

La teoria di Elliott, Luca Fiordi

Fra le più intriganti e affascinanti teorie applicate ai mercati finanziari, c'è sicuramente quella messa a punto negli anni venti da Ralph Nelson Elliott (1871-1948), basata a sua volta sulla magica serie numerica del matematico e mercante pisano Leonardo Fibonacci (1170 ca – 1250 ca)

INTRODUZIONE ALLA TEORIA DI ELLIOTT

Prefazione

Il lavoro che sto presentando non ha alcuna pretesa di esaurire la materia che andremo a trattare, ma piuttosto vorrebbe avere la pretesa di introdurre nel modo più chiaro e semplice possibile i princìpi che sorreggono la teoria di R.N. Elliott e le basi elementari delle modalità operative con la quale può essere applicata ai mercati finanziari: una sorta di sintesi, di “Bignami della teoria di Elliott”. Il lavoro si rivolge al neofita che già dispone però di una conoscenza almeno di base dell’Analisi Tecnica, in modo da fonderne i princìpi ed ottenere un “unicum” che diverrà, quando adeguatamente assimilato, il laboratorio dal quale lo stesso potrà iniziare a trarre autonomamente considerazioni su andamenti grafici e conseguenti spunti operativi.

Mi preme sottolineare che la tecnica è particolare e deve trovare una sorta di aderenza alla personalità dell’analista/trader, un imprinting che farà riconoscere al soggetto che questo strumento, più di ogni altro, è in grado di fargli “leggere” e “sentire” il mercato. In altre parole, sarà sempre il soggetto utilizzatore che farà grande la tecnica, qualunque essa sia, e mai il contrario, e ciò vale in particolar modo per quella che andremo ad analizzare.

Premessa alla Teoria di Elliott

La tecnica sviluppata da Ralph Nelson Elliott (1871-1948), utilizza come base matematica la serie numerica di Fibonacci e le proprietà particolari che ad essa vengono ascritte.

La serie numerica è la seguente: 1 , 1 , 2 , 3 , 5 , 8 , 13 , 21 , 34 , 55 , 89 , 144 , 233 , 377 ….. praticamente la serie prosegue all’infinito come somma dell’ultimo numero con il precedente. Alcune, tra le molte caratteristiche particolari della serie numerica, che a noi in seguito serviranno, sono:

1) Dividendo ogni numero per il successivo si ottiene: 1 ; 0,5 ; 0,666 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero e cioè 0,618 ;

2) Dividendo ogni numero per il precedente si ottiene: 1 ; 2 ; 1,5 ; 1,666 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero e cioè 1,618.

3) Dividendo ogni numero per il terzo successivo si attiene: 0,333 ; 0,2 ; 0,25 ; 0,230 ; 0,238 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero 0,236;

4) Dividendo ogni numero per il secondo successivo si ottiene: 0,5 ; 0,333 ; 0,4 ; 0,375 ; 0,384 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero 0,382;

5) Dividendo ogni numero per il secondo precedente si ottiene: 2 ; 3 ; 2,5 ; 2,666 ; 2,6 ; 2,625 ; 2,615 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero 2,618;

6) Dividendo ogni numero per il terzo precedente si ottiene: 3 ; 5 ; 4 ; 4,333 ; 4,2 ; 4,25 ; 4,230 e man mano che i numeri salgono, sempre lo stesso numero 4,236; I numeri che si utilizzeranno in seguito sono: 0,236 ; 0,382 ; 0,50 ; 0,618 ; 1 ; 1,618 ; 2,618 ; 4,236, una parte serviranno per determinare i probabili targets di correzione e l’altra parte per determinare i targets degli impulsi; tali numeri rappresentano sempre relazioni percentuali tra le onde. La tecnica sviluppata da Elliott è applicabile a qualsiasi mercato finanziario che abbia le caratteristiche di efficienza, liquidità e fluidità nel movimento dei prezzi e per questo motivo trova la sua più naturale manifestazione nei tracciati grafici di tutti gli indici, dei futures sugli indici e delle valute, oltre che alle azioni con maggiori quantità scambiate. Il tracciato grafico che ritengo più adatto per effettuare l’analisi delle onde è quello che utilizza solamente la linea delle chiusure (chart only close), ma risulta molto utile, e a volte necessaria, anche l’analisi candlesticks per ricevere conferme delle varie formazioni in costruzione; il frame più efficiente parte dai 5, 15 e 60 minuti per passare poi al daily; le analisi effettuate utilizzando esclusivamente grafici daily, riportando un minore numero di dettagli, possono pregiudicare gli esiti positivi dell’analisi e pertanto sono sconsigliate.

Il modello di base

Trading di Elliott

Il modello di base della teoria è costituito di 8 onde e precisamente 1, 2, 3, 4, 5, a, b, c, che si ripetono all’infinito nella tipica modalità frattale che caratterizza la teoria. Le 8 onde complete costituiranno l’inizio (1) e (2) di un nuovo ciclo di grado maggiore che, quando completo, sarà costituito anch’esso di 8 onde.

Lo sviluppo del modello

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Dopo avere visto il modello di base proviamo ad osservare come questo si sviluppi diventando un se stesso più grande. Nella figura osserviamo che le 8 onde che compongono i primi due movimenti (1) e (2) non sono nient’altro che il modello di base visto prima, al quale è stata assegnata la numerazione che ne identifica il proprio grado gerarchico all’interno di una formazione di grado maggiore. Anche qui osserviamo che il modello si compone di 8 onde di grado maggiore e precisamente (1), (2), (3), (4), (5), (a), (b), (c); le 8 onde complete costituiscono l’inizio [1] e [2] di un nuovo ciclo di grado ancora maggiore che, quando completo, sarà anch’esso costituito di 8 onde.

Il ciclo completo

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Dopo avere visto un primo sviluppo del modello di base, proviamo ad osservare come questo si sviluppi ulteriormente, diventando ancora una volta un se stesso più grande. Nella figura osserviamo che le 8 onde che compongono i primi due movimenti [1] e [2] sono il primo modello sviluppato. Anche qui è stata assegnata una nuova numerazione per distinguerne il grado maggiore rispetto al ciclo precedente. Quello che abbiamo definito ciclo completo del mercato è in realtà, come abbiamo già visto in precedenza, una nuova onda 1 e 2 di un ciclo di grado ancora maggiore. I gradi identificati da Elliott sono stati 9, da poche ore ad un ciclo di 200 anni. Finalmente, dopo aver aspettato che il modello si sviluppasse quanto necessario, osserviamo che è possibile suddividere questo ciclo completo in due parti: la parte di sinistra è il trend principale, un impulso composto di CINQUE grandi onde [1], [2], [3,] [4], [5], e la parte di destra è la correzione composta di TRE grandi onde [a], [b], [c], il trend secondario. Le onde 1, 3, 5 di qualsiasi grado sono onde impulsive, quindi anche quelle che compongono la [a] oppure la [c] nella parte destra del ciclo, quella correttiva. Le onde 2, 4 di qualsiasi grado sono onde correttive delle onde 1 e 3, quindi anche quelle che compongono la [a] oppure la [c] nella correzione del ciclo. Le onde correttive conterranno al loro interno una struttura del tipo ABC a tre onde, ad esclusione dei triangoli oppure delle correzioni complesse contraddistinte da X che vedremo in seguito. Tralascio i formalismi relativi alla numerazione dei singoli gradi, ritenendola superflua rispetto all’essenziale e completa introiezione del modello, al quale potrà essere data una identificazione del grado secondo la propria preferenza. Consiglio solamente di utilizzare grafici con time frame diversi sui quali verranno riportati le risultanze dei time frame più piccoli a quelli più grandi, facendo un uso di numeri e lettere di colore diverso per ogni grado analizzato, in modo tale che sia facilmente riconosCibi Alimentile a colpo d’occhio il “labelled”, ovvero la marchiatura di ogni singolo grado. Questa modalità risulta estremamente efficace nella veloce attività intraday, quando si utilizzano almeno tre grafici per tre gradi di ciclo diversi.

L’impulso al ribasso

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Da quanto esposto dovrebbe risultare abbastanza chiaro che un IMPULSO è composto di CINQUE ONDE, mentre una CORREZIONE è composta di TRE ONDE, indipendentemente dal fatto che la direzione sia in salita oppure in discesa. Osservate la (1) che da inizio a tutto il movimento della parte destra della figura del ciclo completo e cioè la parte correttiva: è un impulso composto di 5 sotto onde con la sua correzione, come nella figura qui sopra dove si vede il dettaglio. Se ne deduce che 5 onde da sole non esauriscono mai una correzione, ma ci si deve aspettare ancora una continuazione del movimento e che l’unico caso di ripresa del trand a salire, dopo 5 onde ribassiste, lo abbiamo solo dopo le cinque onde di (c) di un (a)(b)(c) completo oppure, nel caso di correzioni di grado maggiore, dopo la quinta di una quinta di C di un [A][B][C] completo (confronta, nella figura del ciclo completo, i fine movimenti correttivi di (c) e [C]). Insisto sul fatto che l’impulso si distingue dalla correzione dal numero di onde di cui è composto ( l’impulso 5 onde e la correzione 3 onde ), in quanto ogni movimento di qualsiasi grado diverrà interpretabile sulla base di questo elemento. Le 5 onde quindi indicheranno sempre, per definizione, la direzione del movimento principale del loro grado e, da verificare in itinere, anche di eventuali gradi maggiori. Tutta la base delle modalità operative che utilizza la teoria, si fonda sul riconoscimento di questa distinzione.

Le tre regole fondamentali

Le regole che seguono riguardano lo sviluppo delle onde all’interno di un movimento impulsivo e non investono in alcun modo lo sviluppo di onde correttive tipo ABC che, viceversa, non sono soggette a regole che ne limitino tassativamente l’ampiezza, i rapporti tra le onde o la direzione durante il loro movimento: vedremo in seguito che una correzione potrà “addirittura” varcare temporaneamente i massimi che sta correggendo ( B in overlap ) o che l’onda A potrà essere sproporzionata, sia nel tempo che nello spazio, rispetto alla C. Lo sviluppo dell’impulso prevede che non possano MAI essere infrante le seguenti 3 semplici regole:

1) L’onda 2 non può MAI correggere l’onda 1 oltre l’origine della stessa. Quando si pensa di aver individuato l’onda 1 di un movimento, una prima conferma può avviene dal rispetto di questa regola da parte dei prezzi: l’onda 2 corregge l’onda 1 in misura variabile senza violarne l’origine e poi ne supera il massimo.

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1) L’onda 3 non può MAI essere la più corta del movimento a cinque onde. Nel caso l’onda 1 si rivelasse essere più lunga dell’onda 3, ci si deve aspettare un’onda 5 più corta dell’onda 3. Normalmente, però, l’onda 3 è sempre la più impetuosa ed estesa delle onde impulsive.

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1) L’onda 4 non può MAI entrare nel territorio della 1. Nel caso avvenisse lo sconfinamento, dobbiamo considerare anche l’ipotesi che potremmo trovarci in un’onda 3 in estensione.

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I tre principi

1) L’alternanza: se l’onda 2 ritraccerà l’onda 1 in modo veloce e violento, l’aspettativa sarà che l’onda 4 possa ritracciare l’onda 3 con formazioni sideways o triangolari e quindi con movimenti “morbidi” e distribuiti nel tempo. Viceversa, se la correzione di onda 1 sarà sideways o triangolare, la correzione di onda 3 sarà veloce e violenta. Questa regola è molto utile nell’attività intraday, in quanto permette, dopo aver riconosciuto quella che noi ritenevamo un’onda 2 violenta, di rimanere in allerta durante la formazione di onda 4 e, ai primi indizi di approfondimento della stessa, di dubitare fortemente di essere in onda 4, di realizzare di avere appena concluso un ABC correttivo e di trovarci all’inizio di un nuovo movimento impulsivo contrario oppure, altra ipotesi, di essere inseriti in una correzione complessa.

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2) L’uguaglianza: in una formazione di 5 onde finite, l’onda 1 e 5 probabilmente avranno una estensione di pari dimensioni. Molto utile per determinare velocemente un primo target di onda 5.

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3) La fine della correzione abc di un movimento a 5 onde completo terminerà presumibilmente tra la 3^ e la 4^ onda del movimento precedente. Nel caso non avvenisse l’arresto della correzione entro la 3^ e 4^ onda del ciclo precedente, l’analista/trader dovrà sospettare che la correzione possa estendersi a cicli di grado maggiore.

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Le estensioni

E’ una caratteristica che molto spesso si riscontra in onda 3 e consiste in ciclo di 5 sotto onde ben definite, che costituiscono un’unica onda di dimensioni maggiori rispetto alle altre onde impulsive della formazione. Sono proprio le caratteristiche di maggiore lunghezza, d’impulsività e direzionalità, che normalmente contraddistinguono l’onda 3, a rendere molto più probabile l’individuazione dell’estensione in quest’onda, piuttosto che nelle altre onde 1 e 5. Nel caso in cui, invece, l’analista/trader osservi nello sviluppo dell’onda 1 e l’onda 3 una dimensione simile, dovrà ritenere molto probabile un’estensione della successiva onda 5, la quale sarà caratterizzata, a sua volta, da una forte impulsività e direzionalità, tipica delle fasi di fine movimento speculativo. E’ possibile, in questi casi, osservare anche l’estensione di onda 5 di 5. L’estensione è riscontrabile anche in onda 1, ma è sicuramente molto meno probabile che in onda 3 e 5.

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Le onde nel dettaglio

Le singole onde, che di seguito andremo ad analizzare separatamente, sono caratterizzate da peculiarità che le distinguono e le qualificano. Partendo dello stato d’animo diffuso nella massa dei partecipanti al mercato in un dato momento, si dice che l’onda acquisisca una personalità, ovvero che essa, meglio d’ogni altro indicatore, esprima l’emozione diffusa che scaturisce dall’inconscio collettivo degli operatori attivi in quella fase di contrattazione. Giova ricordare che le caratteristiche delle singole onde di cui parleremo, riguardano comunque ogni grado di formazione, dall’intraday in avanti, riscontrando un’unica variante che riguarda la velocità con la quale il mercato trasporta la massa da uno stato d’animo ad un altro. Forse l’esercizio più importante e utile da praticare per applicare bene la teoria, diviene quello di riuscire a cogliere ed interpretare per tempo l’evolversi degli stati d’animo nel mercato senza peraltro restarne invischiati: l’esperienza operativa e una attenta analisi delle proprie reazioni inconsce, aumenta gradualmente e proporzionalmente questa capacità. Con il tempo e l’applicazione del modello, si consolida pertanto una struttura mentale con la quale si riduce il rischio di perdere in lucidità durante l’interpretazione delle fasi di mercato, con un implicito vantaggio in termini operativi. Non fu R.N. Elliott a qualificare nel dettaglio le caratteristiche delle singole onde, ma, dopo la sua morte, lo fecero abili e originali interpreti del suo pensiero, tra cui il famoso Robert Prechter, che scrisse il classico “Elliott wave principles”. Di seguito tratteremo per comodità una sequenza a 5 onde rialziste con relativo ABC correttiva, ma la trattazione verrebbe speculare nel caso di 5 onde ribassiste e relativo ABC correttivo.

Le onde dell’Impulso

L’onda 1

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Con l’onda 1 inizia una nuova formazione impulsiva e si registra la fine di un movimento correttivo: è il punto dove il mercato s’inverte. Da qui prenderanno forma 5 onde impulsive. Normalmente quest’onda viene scambiata dalla maggior parte degli operatori come una normale correzione al trend principale che la precede, anche se di solito ha dimensioni maggiori rispetto alle precedenti ondate correttive. Può anche avere caratteristiche di dinamicità tali da insospettire un’eventuale inversione, ma lo stato d’animo della massa nel mercato è ancora troppo impregnato di pessimismo, affinché un tale sospetto possa prendere corpo e diffondersi ai più. L’aspettativa diffusa, invece, rimane la ripresa del movimento che è appena precedente e c’è prudenza; anche le notizie e gli avvenimenti esterni al mercato sostengono tali ipotesi. Lo sviluppo di onda 2, inoltre, tenderà a confermare e a rafforzare le aspettative ribassiste nella massa degli operatori, e, solo la mancata violazione dei minimi da cui ha trovato origine l’onda 1, indurrà i più accorti a sviluppare velocemente nuovi ipotetici scenari. L’onda 1, essendo impulsiva, deve essere formata al suo interno di 5 onde, mai di 3. Può essere che la dinamicità e la velocità con la quale si è formata, abbia impedito che si disegnassero in modo evidente le 5 onde di cui si compone: in questo caso consiglio di aspettare la conferma di onda 2, che non violerà il minimo di onda 1, riducendo il più possibile le incertezze e i rischi operativi.

L’onda 2

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Con l’onda 2 prende l’avvio la prima vera correzione della formazione impulsiva. La sua conclusione offre una valida opportunità operativa. Normalmente quest’onda ristabilisce tra gli operatori la convinzione che l’onda 1 fosse semplicemente una correzione del trend in atto e che il mercato abbia ripreso la tendenza principale. Molto spesso l’onda 2 ha caratteristiche di acutezza ed incisività nel ritraccire l’onda 1 e anche questo è un elemento che rincuora i trend followers ancora ribassisti; lo stacco con l’onda 1, analogamente, è spesso deciso e chiaro; raramente l’onda 2 ritraccia l’onda 1 con formazioni triangolari o sideways, ossia con ritracciamenti “dolci” e distribuiti nel tempo. Raggiunto il limite di estensione di onda 2, il mercato improvvisamente stravolge le attese di continuità del movimento, invertendo nuovamente la propria direzione di marcia in modo veloce, provocando una condizione di disagio a quanti pensavano di essersi già accodati alla ripresa del trend. Questa novità produce allarme e una prima serie di chiusure di posizioni per cautela o per l’attivazione di stop loss, alimentando una considerevole corrente di acquisti. La successiva violazione del massimo di onda 1 decreta l’inizio di un nuovo trend. Le caratteristiche di onda 2, fanno sì che nella maggioranza dei casi la percentuale ritracciata sia la quasi totalità dell’onda 1, quindi tra il 61.8% ed il 100%, formando quanto nell’analisi classica viene identificato come doppio minimo/massimo, ovvero le elementari formazioni di inversione del trend.

L’onda 3

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Con l’avvio dell’onda 3 viene confermata ai più l’inversione del trend e, nel contempo, si sviluppa l’escursione di prezzi che normalmente avrà le dimensioni maggiori di tutta la struttura completa: è l’onda dell’ingresso in massa nel mercato. Dopo aver preso alla sprovvista quanti si erano inseriti come ultimi nel movimento di onda 2, dopo aver sorpreso molti con “l’inaspettata” e veloce rottura dei massimi segnati dall’onda 1, a questo punto l’onda 3 decreta l’inversione del trend, alimentando una notevole quantità di ordini dovuti ancora all’attivazione degli stop, situati poco sopra i massimi di onda 1, e ad acquisti di nuove posizioni in trend. L’onda 3 si sviluppa tre scambi molto elevati e crescenti, in una curva dei prezzi di notevole inclinazione. In formazioni primarie daily, questo momento di euforia viene accompagnato da una forte risonanza pubblicitaria realizzata dai mass madia, che, in modo occulto, sollecitano le masse a partecipare al nuovo trend. Quanti si uniranno al trend da questo momento, hanno, purtroppo, le caratteristiche dell’operatore marginale che si ricorda del mercato solo quando esso è oramai già salito di molto. L’ingresso della massa si concretizza con una eccezionale accelerazione che, da lì a poco, incontrerà le prime prese di beneficio, creando le premesse per lo sviluppo di onda 4.

L’onda 4

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Con l’avvio dell’onda 4 il ciclo rialzista è in piena maturità e si consolida con formazioni complesse, preparando inoltre l’ultimo impulso rialzista della struttura completa: è la fase dell’incertezza operativa. Dopo l’euforia estrema dell’onda 3, il mercato va incontro alla seconda vera correzione di tutto il ciclo, prodotta a seguito delle prese di beneficio di quegli operatori che si trovano in ampio margine di guadagno. Affinché si possa continuare contare onda 4, quest’ultima non deve MAI violare il massimo di onda 1. In onda 4 è più frequente rilevare formazioni correttive triangolari oppure sidways, che soddisfano l’esigenza di consolidare, distribuendo la correzione più nel tempo che in profondità,. Ritengo che la logica che sottende questa caratteristica di lateralizzazione di onda 4, sia da ricercare nella spinta all’acquisto che ancora domina la massa dei nuovi arrivati che, in buona misura, riesce ancora a soddisfare l’offerta presente come prese di beneficio e apertura di nuove posizioni ribassiste. Tuttavia, se l’onda 3 si rivelasse veramente eccezionale nella sua estensione, è possibile che la successiva onda 4 si manifesti come correzione severa, veloce e violenta, creando delle condizioni per cui l’onda 5 potrà faticare a raggiungere nuovi massimi sopra l’onda 3. L’onda 4, durante la sua formazione, produce spesso falsi segnali operativi, in quanto è l’espressione delle controverse aspettative in una fase di lateralizzazione e di incertezza del mercato.

L’onda 5

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L’onda 5 sancisce la fine del movimento impulsivo e nel contempo prepara l’inversione del trend. Dopo aver assistito ad una pausa di consolidamento con l’onda 4, il mercato riprende la direzione del trend principale con l’ultima onda della struttura che normalmente risulta avere una composizione complessa. La ripresa del movimento rialzista è circondato da nuove e grandi aspettative dei più, tuttavia speculari a quelle già riscontrate in onda 2. Gli stessi mass media riprendono a fare da cassa di risonanza al “nuovo” trend, facendo accorrere quanti erano rimasti esclusi dai movimenti precedenti e che ora non vogliono perdere di nuovo il trend che riparte. Questa volta però il movimento non è subito impetuoso come lo è stato in onda 3, si muove piuttosto con la laboriosità dell’incertezza che, solo nel finale, normalmente lascerà spazio all’euforia della bolla speculativa. Da lì a poco il rinnovato entusiasmo lascerà anch’esso il posto allo smarrimento prodotto dagli effetti del grande movimento ABC che, questa volta, correggerà tutto il ciclo. Esistono anche due varianti particolari di onda 5: il Triangolo Diagonale che la vede sviluppare in forma di cuneo e il Failure che si verifica dopo una correzione di onda 4 che supera il 50% di onda 3.

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Le onde della Correzione

L’onda A

L’onda A dà inizio alla formazione correttiva ABC e la sua composizione interna può essere a tre o cinque onde. Una composizione a 5 onde di A, prelude ad un successivo approfondimento correttivo maggiore in termini percentuali di tutta la struttura completa ABC, rispetto ad una composizione di A in solo tre onde che indicherà, invece, una formazione correttiva completa ABC che si svilupperà in forma sideways o triangolare. Analogamente a quanto avveniva con l’onda 1 anche l’onda A, all’inizio della suo viluppo, viene scambiata per una normale correzione al trend principale, malgrado spesso si manifesti anche accompagnata da uno sviluppo della dinamicità e da scambi sostenuti. Le dimensioni maggiori rispetto ai precedenti movimenti correttivi osservati nelle onde 2 e 4, segnaleranno che si tratta di un’onda che costituisce solamente una parte di una formazione correttiva di grado maggiore.

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L’onda B

L’onda B è la seconda onda che costituisce il pattern correttivo completo ABC e può essere, per analogia, assimilata all’onda 2. E’ composta normalmente di tre onde, salvo i casi di formazioni complesse. Corregge l’onda A in percentuale estremamente varia e, riprendendo la direzione del trend principale ed essendo per sua natura un’onda frastagliata e laboriosa, durante la sua formazione fa riscontrare numerosi falsi segnali operativi. Si sviluppa in un contesto di scarsa direzionalità e di volumi deboli che possono aumentare nella parte finale del movimento. Un’onda B irregolare, altrimenti detta “B in overlap”, pur essendo un’onda correttiva, potrà estendersi oltre il 100% dell’onda A ( varcando quindi temporaneamente il massimo di onda 5 precedente ) per poi rientrare, anche se non è tassativo, nel territorio proprio della correzione con lo sviluppo di onda C.

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L’onda C

E’ l’ultima onda che costituisce il pattern correttivo ABC. Normalmente è composta da cinque onde tranne nei casi di formazioni complesse oppure triangolari, dove la si riscontra formata di solo tre onde. Lo sviluppo di onda C riprende il trend correttivo iniziato con onda A, solitamente in un contesto di elevata direzionalità ed accelerazione ed è accompagnato, inoltre, da un aumento dei volumi trattati e normalmente si esaurisce in un contesto di panic selling. E’ per sua natura assimilabile ad onda 3.

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I Patterns correttivi

Dopo aver illustrato brevemente le singole onde che compongono l’ABC correttivo, osserveremo come questo ABC si sviluppa seguendo specifici modelli di base, ossia: Gli Zig-Zags, I Falts, I Triangles correction, Il double/triple threes. La parte relativa all’analisi, all’interpretazione e alla previsione nei patterns correttivi è in assoluto, da un punto di vista operativo, la più complessa e nello stesso tempo affascinante dell’attività a cui l’analista/trader, che utilizza questa tecnica, si trova a cimentarsi. La casistica delle onde correttive è vasta e variegata e si sviluppa tuttavia partendo da soli quattro modelli di base; data la difficoltà e l’ampiezza di questa parte della teoria, in questo scritto sarà possibile sviluppare solo i principi basilari delle correzioni, malgrado l’importante presenza in termini di tempo con la quale questi patterns si riscontrano nei tracciati grafici.

Gli Zig-Zags

E’ la formazione correttiva più semplice e corrisponde ad un sequenza ABC composta in 5-3-5 onde ( A = 5 onde; B = 3 onde; C = 5 onde ). E’ la tipica correzione veloce e violenta che trova inizio con un primo movimento impulsivo formato di cinque onde, ossia l’onda. A, seguito da un movimento correttivo in tre onde, ossia l’onda B ed un successivo approfondimento che vìola il livello inferiore di onda A, con onda C. Nella prima fase del pattern ( l’onda A ) l’analista/trader non saprà ancora se queste cinque onde rappresentano un primo impulso di una struttura che si svilupperà successivamente completandosi in cinque onde, oppure se seguiranno solamente altre due onde: converrà quindi tenere entrambi i conteggi come A/1, B/2, C/3.

Nella figura è riportato uno Zig Zag correttivo in un up trend.

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I Flats

E’ la formazione correttiva che si distingue dallo Zig Zag per avere una composizione a 3-3-5 onde ( A = 3 onde; B = 3 onde ; C = 5 onde ) e per consolidare il trend lateralizzando piuttosto che correggerlo profondamente come nel caso del 5-3-5 zig zag. Esistono delle varianti al modello di base, che sono riportate nelle figure e, tra queste, particolare attenzione merita la correzione 3-3-5 “running correction”, che è una correzione che viene “trascinata“ col trend da una forza di notevole spessore sottostante al mercato che non permette alla correzione di manifestarsi compiutamente.

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I Triangles correction I triangoli sono tra le figure più complesse dei patterns correttivi e sono formati di 5 onde, composte a loro volta di 3 onde ciascuna. I triangoli si riscontrano quasi sempre in onda 4 oppure in onda B, essendo posizioni ideali di consolidamento del trend. Sconsiglio vivamente a chi non è veramente esperto della tecnica ad avventurarsi in attività di trading in queste specifiche formazioni, tra le più complesse, pericolose e ricche di falsi segnali.

I triangoli che Elliott ha individuato sono:

- Triangolo simmetrico;

- Triangolo discendente;

- Triangolo ascendente;

- Triangolo simmetrico invertito.

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Il double/triple threes

Concludiamo i patterns correttivi illustrando la formazione più complessa ma anche meno frequente che si possa incontrare. Questi patterns vengono anche definiti “Complex formation”, in quanto si compongono indifferentemente come somma di più Zig Zags, Flats o Triangles, oppure mescolati tra di loro, ma sempre però congiunti da un’onda X. L’onda di congiunzione X può essere composta indifferentemente di 3 oppure di 5 onde. Normalmente si riscontra l’unione di sole due patterns ( zig zag + zig zag; zig zag + flat; zig zag + triangle; flat + flat; etc. etc. ), completando una formazione complessa di almeno 7 onde, oppure congiungendo ben tre patterns, per arrivare a costruire formazioni complesse di 11 o più onde se in presenza anche di triangoli. Sono per definizione correzioni sideways irregolari che si riscontrano maggiormente nei trading range.

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Particolari ringraziamenti al lavoro semplificato del collega Daniele Pertile, alias solforio.