rubrica economia e economica fibonacci

IL PENDOLO DEL CRUDE

13 novembre 2008      

Eccoci dunque al cospetto della recessione. Stranamente indotta da un eccesso di liquidità, sbriciolato da un eccesso di rischio. Davvero stupefacente l’eccesso che si trasforma in recesso, nel breve volgere di qualche mese di passione. L’abbrivio lo sentimmo affiorare giusto l’autunno scorso, annunciato da un rapido decomporsi delle strutture espansive del trend. Un decomporsi non subito metabolizzato dalle quote, che presero a scendere con l’idea di salire [così, per lo meno, dicevano in molti]. Noi avvertivamo invece strani scricchiolii, che consigliavano una fuga discreta. Ma non è questo il punto, non vogliamo farci trascinare in una commemorazione [per quanto suggestiva] del passato. Vogliamo capire del futuro, in modo da non farci trascinare a terra da questa catastrofe troppo ben annunciata [troppo ben organizzata]. Ricordate quel detto: più lo mandi giù, più ti tira su? Ebbene, potrebbe starsene incorniciato al vostro monitor, mentre osservate il lavoro delle presse a comprimere gli indici. Il lavoro di compressione ha qualcosa di preistorico e di tecnologico insieme. Ogni volta che lo guardo, mi vengono in mente la deriva dei continenti, la pangea, i vulcani [robe simili, insomma, di fronte alle quali non c’è proprio niente da fare]. Poi lo osservi meglio e scopri che c’è una logica ferrea a guidarlo, che questa logica si chiama genocidio di massa e ha a che fare con il denaro. Il denaro è come le locuste: troppo, determina la distruzione del raccolto; esattamente come il suo contrario, la penuria, il raccolto nemmeno se lo immagina.   Che cavolo vai dicendo, il denaro si mangia i raccolti … che significa? Immaginate una banca come un campo di frumento. Il denaro in file ordinate, le spighe belle gialle e piene. Quel denaro compra un certo volume di merci. Se aumento il denaro [il suo circolante globale], dovrò aumentare anche le merci [altrimenti un surplus di denaro in presenza di un minus di merci tenderà a generare inflazione]. Nel sistema monetario, è la produzione di denaro a generare il volume delle merci, non il contrario. Le cose funzionano a meraviglia, merci e denaro vanno a braccetto [le merci, in realtà, sono denaro]. Il problema nasce, l’abbiamo anticipato, quando il denaro cresce più velocemente della produzione di merci. Anche la merce è denaro, abbiamo detto, per cui la sovrapproduzione altro non è che eccesso di circolazione monetaria. La circolazione di moneta aumenta più velocemente della circolazione delle merci e in questo intervallo di tempo si crea e si fissa nel tempo inflazione.   Ecco che allora il sistema [nato precisamente per combattere inflazione] autocorregge la propria velocità di espansione e determina una contrazione del circolante, che violentemente agisce sul freno della crescita. La frenata, nel nostro caso, è stata cruenta, dal momento che cruento era stato il movimento espansivo del circolante. Così cruento da determinare lo spettro di una pericolosissima spirale inflativa. Eccoci dunque nella terra fredda recessiva, destinata a temperare il calore distruttivo della crescita del circolante. È la gradazione di questo calore ad essere sfuggita di mano, dal momento che la produzione parallela di strumenti derivati ha finito con l’aumentare in sequenza esponenziale la pressione monetaria globale. Come in una reazione termonucleare impazzita, il calore ha oltrepassato il punto di non ritorno.   Ma è chiaro che più ora raffredderemo, più in seguito riscalderemo. Un vortice ciclico, che come in un moto di rivoluzione ci congiunge all’equinozio della nuova crescita. Si tratta solo di graduare il nostro imbarco, predisponendo adeguate strategie di lettura. La migliore di queste strategie, ovviamente, è quella di osservare il pendolo del crude, destinato a portarsi dietro CRB e nuove, virtuose ciclicità. Non è necessario assolutamente avere fretta, si tratta di avvertire in tutta la sua forza la nuova spinta, destinata a rimettere in moto la catena espansiva. Va sempre tenuto presente, in questo esercizio di lettura, l’assioma del nostro ragionamento: il denaro è merce, la merce è denaro. Il crude è il miglior indicatore della liquidità globale, della sua velocità di circolazione. Attualmente, rasentiamo livelli quasi insostenibili di decrescita, per cui è opportuno iniziare a figurarsi una prossima inversione. La mia view sull’oro rimane ovviamente inalterata, dal momento che il destino iperinflattivo della dinamica globale non è assolutamente messo in discussione.   Credo dunque sia il caso di rimettersi a scrutare i cieli di borsa con una dose maggiore di ottimismo, confidando sul fatto che i livelli di circolazione monetaria stanno ormai prossimi a toccare livelli di decelerazione insostenibili. A questo punto, basta davvero pochissimo per attizzare di nuovo la combustione del sistema. Questo pochissimo, lo ribadiamo, sta nella curva del crude. Lo sanno anche gli gnomi dentro le loro casette in mezzo al bosco. Basterà mettersi in lettura assidua sul Nymex, ai primi bagliori pagheremo volentieri il nostro nuovo biglietto.

Altro giro, altra corsa.

Jump St.man

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